Hi readers, oggi vi segnalo un libro dove non manca mai l’azione e tanto meno un po’ di pathos, indubbiamente mi ha rapita e a voi?

Racconti lunatici. Convulsi. Veri. Con personaggi finti. Immaginari. Ma che la vita la conoscono bene – o che almeno credono di conoscerla! Idiosincrasie, dubbi, domande senza risposta, risposte senza domande. E ancora: vento, tuoni, fulmini, miseria, nobiltà, ricchezza (d’animo e fatta di moneta sonante), pazienza, furia, yin, yang. Controsensi, doppi sensi, sensi unici. Case distrutte, case ricostruite sulle macerie senza neanche chiamare i bulldozer. Come a voler dire: «Ti prego! Crolla di nuovo!». E… morti assurde, genio e sregolatezza, vigliaccheria ed onestà. Gente che perde tempo, gente che non ha tempo, gente che compra il tempo, gente che gioca con la sua vita e con quella degli altri. Vi basta come sunto de “Il padre di Kissinger era un bastardo”?
Una sinossi che dice e non dice a pieno ciò che accadrà nel libro, ti incuriosisce molto e ti viene voglia di leggere il libro per scoprirlo a pieni polmoni. Un racconto pieno di azione e suspense, che sicuramente non mi voglio perdere, e voi?
Scoviamo nella vita del nostro Stefano!
Stefano Labbia, classe 1984, torna con una nuova opera sagace, pungente e ben costruita. Si sente pulsante tra le righe tutto il suo candore di uomo vissuto con trentatré rughe sul viso e qualcuna di più sul cuore… Eppure… eppure Stefano non ce lo fa mai pesare. Non ci fa mai pesare della nostra “umana condizione”. Anzi! Con i suoi scritti ci invita a riacquistare la calma e la sanità mentale di un tempo… perché la sua analisi dei (tanti) vizi e delle (poche) virtù di noi italiani del 2000 sono lì, in queste 100 e poco più pagine. Violente. Suadenti. Atte non a deridere o a umiliare… ma che fungono da testamento. Da mini Bibbia per chi quegli atteggiamenti vuole evitarli. Per chi vuole tornare ad essere umano. Per chi si guarda allo specchio e vede solo la sua ombra. Sbiadita. Confusa. Distorta. E per chi non sa più sognare… Un piccolo grande capolavoro, questo “Il padre di Kissinger era un bastardo” – che ovviamente non si riferisce al vero Segretario USA! Meriterebbe di essere letto nelle scuole – magari nelle Superiori? Si, dannazione. Non è mai troppo tardi per cambiare china. Per cambiare la propria vita. E quella di chi ci sta attorno. Labbia lo sa. E ce lo dice. Ce lo serve in punta di penna. Senza acredine. Senza livore. Sanguigno e vero. Come sempre.
La vostra Sara!