Quando sono entrata nella magica squad del Dreamage blog, pensavo che avrei parlato un sacco di manga. Ma poi i mesi sono passati, i consigli letterari si sono accumulati gli uni sugli altri e alla fine mi sono ritrovata a consigliarvi solo (bellissimi) libri da leggere, e nessun fumetto di provenienza oltreoceano.

Sono qui oggi per invertire questa tendenza, facendomi aiutare da una delle mie serie manga preferite al momento: Takahashi del negozio di biciclette, un manga josei scritto da Arare Matsumushi ed edito da J-pop.

Takahashi del negozio di biciclette: un manga josei da scoprire

Tomoko Hanno, Panko per gli amici, è una trentenne in un momento difficile. Sul lavoro, il suo capo le dedica attenzioni sempre più eccessive e preoccupanti, e anche un collega la mette a disagio con continui inviti indesiderati.

L’unico uomo che pare trattarla con decenza e che a lei non dispiace avere attorno è Takahashi, un coetaneo dai modi spicci e all’apparenza poco raccomandabile, che lavora in un negozio di biciclette nel quartiere di Tomoko.

Da quando la giovane donna ha avuto bisogno della sua assistenza, è nata fra i due una tenera e goffa amicizia, fatta del piacere semplice di condividere momenti e di potersi parlare con naturalezza. Che stia per nascere qualcosa di più fra i due ragazzi?


Cosa vuol dire josei

Quando si parla di manga, è sempre importante ricordare che le distinzioni non sono quasi mai tra generi, quanto tra target differenti. Il fatto che esistano target di riferimento per una data opera non deve spaventare: tutti possono leggere tutto, ovviamente. Io ho quasi trentaquattro (ahia!) anni, ma continuo ad amare gli shoujo manga, pensati per essere letti soprattutto da un pubblico femminile molto giovane, e uno dei miei manga preferiti in assoluto è Ranma 1/2, uno shonen (cioè un manga da maschi, per farla semplice).

Se tutti possono leggere tutto, perché sono così importanti i target?
A tutti gli effetti, non sono importanti. Ma è importante che vengano pubblicate tutte le tipologie di manga, per permettere ai lettori di spaziare e di trovare ciò che rispecchia il suo gusto personale.

Ed è per questo che sono così felice, quando una Casa editrice decide di pubblicare un josei: perché, per quanto io nel più profondo del mio cuore sia rimasta una ragazzina che sospira innamorata guardando il suo compagno di banco immaginario, bellissimo, con l’aria da teppista e il cuore d’oro (va beh, mi sto perdendo, scusate), ho anche voglia di leggere storie che parlino di temi e di problematiche più vicine alla mia età, come i josei (indirizzati a un pubblico femminile adulto) e i seinen (il loro corrispettivo maschile, più facili da trovare sul mercato attuale).

Quando la J-pop ha annunciato la pubblicazione di questo manga, subito ho capito che sarebbe diventato il mio preferito: il protagonista ha l’aria da teppista e un cuore d’oro, e la cosa più incredibile è che non ha quindici anni, e di conseguenza non finirò in prigione pensando a lui ossessivamente tra un volume e l’altro!

Problemi reali e colori pastello

Lo potete vedere già dalla copertina: le vibes di questo manga sono leggere come acquerelli. I tratti dei personaggi sono talvolta appena abbozzati, ma le emozioni ti arrivano con la forza di un treno.

Non servono litri di nero per raccontare un disagio, non servono sguardi di fuoco per creare uno il cui unico difetto – apparentemente – sembra essere il fatto di avere piercing e capelli tinti che sembrano voler gridare al mondo “questa è una red flag, attenzione!”.

Mai affermazione è stata più sbagliata, ma quante volte ci fermiamo alle apparenze, perché è più facile così? Takahashi è un ragazzo d’oro, ma troppo spesso gli viene negata una possibilità. La stessa Panko, all’inizio, ha paura a interfacciarsi con lui, credendolo un criminale. Per fortuna, spinta dalla sua totale incapacità di dire di no a chicchessia, si ritrova a dover passare del tempo in sua compagnia e si ravvede.
Ma quanto è difficile, fare quel primo passo?

Mi è piaciuto, ritrovarmi a leggere un manga che parla di problematiche in cui tante donne possono rivedersi. Quando ai colloqui dovevo dire un mio difetto, sceglievo sempre: sono una persona disponibile e a volte la mia disponibilità risulta eccessiva. Panko è una ragazza della mia età, con la mia stessa mancanza di forza d’animo. In un mondo in cui essere una personalità forte è la scusa perfetta per mettere i piedi in testa agli altri, noi povere creature insicure facciamo davvero fatica a trovare il nostro spazio in tutta questa concorrenza spietata.

Per fortuna che al mondo ci sono le persone come Takahashi, o come la collega sempre pronta a proteggerla. Per fortuna, sembra volerci dire la mangaka, nella vita si può sempre cambiare: imparare a farci valere, alzando la voce quando serve, imparare a lottare per noi stessi e non necessariamente vivere con la pura di ferire qualcuno (tanto, alla fine, siamo sempre noi a rimanere feriti).

Arare Matumushu: il lato comico inaspettato

Se i problemi affrontati all’interno di Takahashi del negozio di biciclette mi hanno attirata verso la lettura, è stato il suo lato comico a conquistarmi: Takahashi e Panko sono due otaku incredibili, capaci di arrabbiarsi follemente se qualcuno critica Doraemon e di passare ore e ore a parlare di anime e fumetti.
Proprio come chi legge!

A volte, da adulti, viene da nascondere il proprio lato da nerd, come se fosse qualcosa di comprensibile solo fino a una certa età. Giusto qualche giorno fa mi sono ritrovata a parlare di shoujo con una conoscente, più grande di me, con cui mai avrei pensato di avere una passione in comune… e di poterne parlare liberamente!


In conclusione, se cercate un manga diverso dai soliti cliché romantici, Takahashi del negozio di biciclette potrebbe essere la vostra prossima lettura!

5.0 out of 5.0 stars

Simona!

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