Buongiorno readers! Oggi voglio consigliarvi 5 libri di Yukio Mishima per approcciare la sua scrittura e farvi ammaliare dalla sua intrinseca narrazione di sensazioni e temi importanti. Uno dei pilastri della narrativa giapponese, Mishima è conosciuto per il suo stile enigmatico e pieno di messaggi. Lo conoscete?

Conosci la penna di Yukio Mishima, pilastro della narrativa giapponese?

Io non sono affermatissima nella letteratura giapponese, ma lui ha iniziato ad appassionarmi fin da quando ho letto Musica e pian piano ho iniziato a ritrovarlo in libreria. Al momento Feltrinelli ha cambiato tantissime copertine nella sua versione economica e questo cambio di stile mi ha conquistato, spero in una nuova promozione per recuperare tutti i titoli che mi mancano.

Mishima si contrappone a Banana Yoshimoto, ma ha sicuramente uno stile che si contraddistingue e lo rende iconico nei temi e nelle storie che tesse. Premetto che i personaggi sono complessi e veri, non si può non apprezzarli nella loro umanità fragile.

Ma chi è Yukio Mishima?

Scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese, Yukio Mishima è considerato un pilastro della letteratura giapponese del ventesimo secolo. Kimitake Hiraoka, conosciuto con lo pseudonimo Yukio Mishima, nasce il 14 gennaio del 1925 e la sua persona diviene una figura controversa in Giappone.

Si guadagnò la sua notorietà principalmente come attore, regista cinematografico e artista marziale, ma a renderlo controverso nel suo paese ancora al giorno d’oggi furono le sue posizioni politiche di patriota e fondatore della Tatenokai, una milizia civile con il dichiarato scopo di restaurare la dignità dell’Impero Giapponese.

Yukio, però, è divenuto iconico nell’immaginario collettivo per via della tragica conclusione della sua vita, di fatti dopo una irruzione in una base militare di Tokyo Mishima tenne un discorso alle truppe accorse, incitandole all’insurrezione contro la costituzione post-bellina. Dopo aver concluso il suo discorso si suicidò commettendo seppuku, il suicidio rituale dei samurai.

Pronti a conoscere la narrativa di quest’uomo dall’animo forte?

Musica

Un giorno d’autunno, alla porta del dottor Kazunori, uno psicoanalista, si presenta un’affascinante ragazza che lo informa di non riuscire a sentire la musica. Da qui si sviluppa un’intricata vicenda in cui i tentativi di risalire alla causa del problema (la musica è una metafora dell’orgasmo) vengono descritti con una suspence da romanzo giallo.

“Musica” si presenta come un’opera controversa, che mostra la doppia disposizione dell’autore nei confronti della scienza trattata: l’indiscutibile interesse che suscita in un intellettuale quale era lui e lo scetticismo di un nietzscheano convinto che non lascia troppo spazio alle giustificazioni e alle influenze esteriori.


Il padiglione d’oro

Nel 1950 avvenne il fatto che ispirò a Mishima questo “Padiglione d’oro”, che è del 1958: un giovane accolito buddista, deforme e balbuziente, dà fuoco a uno dei maggiori monumenti dell’arte giapponese, il padiglione di un celebre santuario di Kyoto, il Kinkakuji, il quattrocentesco tempio zen.

La storia di questo clamoroso gesto è raccontata da Mishima con aderenza alla cronaca, ma in modo da assegnare un senso simbolico ossia problematico all’azione del piromane.

La chiave dell’ossessione di Mizoguchi, Mishima la ricerca in quell’attesa quasi magica della grande distruzione che rappresenta il tema profondo di tutta la prima parte del libro fino al giorno della sconfitta bellica del Giappone.

La calata agli inferi si svolge sul tema di straordinarie, attonite rievocazioni di memorie dell’infanzia. Il tema della bellezza suprema del padiglione affonda le sue radici in un’ossessione infantile esorcizzata dallo storpio Mizoguchi con un atto che trova giustificazione anche nella dottrina buddista della morte al mondo e della cancellazione del bello in quanto pura apparenza.


Confessioni di una maschera

Un giovane cui “difetta in via assoluta qualsiasi forma di voglia carnale per l’altro sesso” deve imparare a vivere celando la propria autentica identità. In pagine in cui risultano indissolubilmente commisti sessualità e candore, esultanza e disperazione, il protagonista di questo romanzo confessa le esperienze cruciali attraverso le quali è giunto a conoscere se stesso: dalla “adorazione indicibile” per un paio di calzoni all’elaborazione di fantasie sadomasochistiche, dall’identificazione con personaggi femminili celebri alle sconcertanti interpretazioni di fiabe e motivi iconografici occidentali…

L’accettazione di se stesso come uomo diverso dagli altri uomini non si attua senza una lotta, tanto strenua quanto vana, per conquistare la normalità: simula vizi immaginari per far passare inosservate le proprie vere inclinazioni, si costringe a corteggiare giovinette per chiarire sino a qual punto la donna possa offrire piaceri reali, corregge con zelo manifestazioni di rischiosa passionalità…

Ma “le emozioni non hanno simpatia per l’ordine fisso” e i suoi sentimenti reali rimangono, tenaci, quelli nascosti dalla maschera della correttezza ufficiale.


Neve di primavera

La figura di Kiyoaki, personaggio ultrasensibile a causa di una raffinata quanto ingannevole educazione, si staglia in primo piano; Honda, l’amico, è invece sordo al richiamo dei sentimenti e proteso esclusivamente verso la vita attiva.

Della nevrotica incertezza di Kiyoaki è vittima l’enigmatica e splendida Satoko, che spegnerà il suo amore disperato chiudendosi in clausura. Altri personaggi complementari sono indispensabili per comprendere un Giappone dove retaggio storico, valore morale della tradizione, riti secolari, primato religioso svolgono una funzione determinante sulla sorte esistenziale del singolo non meno che della comunità.


La decomposizione dell’angelo

“Se la causa della decadenza è la malattia, allora la causa fondamentale di essa, la carne, è una malattia. L’essenza della carne è la decadenza.

La funzione della carne, collocata nel trascorrere del tempo, è quella di testimoniare la distruzione e la decadenza.” Honda Shigekuni, indimenticabile protagonista della tetralogia “Il mare della fertilità” che trova compimento in questo romanzo, giudice ormai in pensione, adotta con grande slancio l’orfano Toru.

In lui vede l’ennesima reincarnazione del suo amato e perduto compagno di scuola Kiyoaki. Ma si tratta dell’inseguimento di qualcosa di impossibile da raggiungere…

Un grande romanzo sul dolore e sul disfacimento di ogni illusione, completato da Mishima il giorno stesso in cui commise seppuku.


Sei un amante della scrittura di Yukio Mishima? Ami la narrativa giapponese?

Non perdere tempo e dicci nei commenti o sui social cosa ami di più di questo autore asiatico!

Clara!

Informazioni sull'autore

Ho aperto Dreamage Blog nel 2017! Sotto sotto sono la più ansiosa delle blogger e quella che legge di più. Viaggio e fotografo in giro per il mondo, ma insieme a me ho sempre qualcosa da leggere, non importa il genere! Lavoro come Content creator e Social Media Manager, se cercate una mano a gestire i vostri profili contattatemi!

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