Buongiorno! Quest’oggi scrivo la recensione di un libro con uno dei miei generi preferiti: il thriller. Con Vertigine, Franck Thilliez ci conduce all’interno di una avventura claustrofobica e ricca di momenti carichi di suspense!

Vertigine, di Franck Thilliez

Alcuni segreti vanno tenuti nascosti, ma saremmo disposti a morire purchĂŠ non vengano mai svelati?
Jonathan Touvier, ex alpinista cinquantenne, si risveglia intontito e non sa dove si trova.

Attorno a lui soltanto buio, umidità, freddo. È finito in fondo a una grotta e non ha idea di come sia successo. Non è solo. Insieme a lui ci sono il suo fedele cane Pokhara e due sconosciuti: Farid, giovane di origini maghrebine, e Michel, uomo di mezza età che lavora in un macello.

Jonathan è incatenato al polso, Farid alla caviglia; Michel è libero, ma la sua testa è coperta da una spaventosa maschera di ferro, che esploderà se si allontana dagli altri due. Sulla schiena hanno tre biglietti con altrettante domande: «Chi sarà il ladro?», «Chi sarà il bugiardo?», «Chi sarà l’omicida?».

Qualcuno sta giocando con loro, e ha tessuto con cura una ragnatela inestricabile per intrappolarli. Chi è? E perché l’ha fatto? Ben presto, però, la domanda più urgente diventerà un’altra: fino a che punto si può arrivare per non soccombere in una situazione così estrema?

Se la natura può rivelarsi un’assassina spietata, l’uomo può trasformarsi in un predatore senza scrupoli: tra menzogne e mezze verità, scatta una disperata lotta per la sopravvivenza, da affrontare con ogni mezzo e strategia possibile.


Una grotta e una tenda

Il libro parla di tre uomini (e un cane) che si svegliano all’interno di una grotta, muniti di una tenda, un giradischi, delle bombolette di gas e qualche razione per sopravvivere. Nessuno di loro sa perchĂŠ è lĂŹ, nĂŠ come ci sia arrivato, e nessuno si fida dei suoi compagni di disavventura. Sulle loro schiene le scritte “Chi sarĂ  il ladro?” “Chi sarĂ  il bugiardo?” “Chi sarĂ  l’omicida?“.

Con questa premessa è facile intuire come la situazione si faccia ben presto soffocante, sia per i protagonisti, sia per il lettore. Lo spazio nella grotta è poco, nessuno di loro ha eccessiva libertĂ  di movimento (due di loro sono incatenati, l’altro ha una bomba che esploderebbe se si allontanasse troppo dagli altri due) e le razioni sono limitate. In questo contesto, la tenda diventa un po’ il loro rifugio, la loro nuova “casa”, dove cercare di vivere e stabilire una routine che permetta loro di non impazzire.

Nonostante il limitato spazio in cui si sviluppa tutta la storia, l’autore è riuscito a fornire ai personaggi, e al lettore, gli elementi necessari affinchĂŠ la grotta venga percepita come un luogo in cui è possibile avventurarsi e fare sempre nuove scoperte, non sempre positive.

I personaggi e il loro lento declino verso la pazzia

La storia è narrata in prima persona dal punto di vista di Jonathan Touvier, ex alpinista cinquantenne, proprietario del cane e partecipante involontario di questa vicissitudine. Inizialmente non sappiamo molto nÊ di lui, nÊ degli altri componenti del trio, Farid e Michel. Ad ogni nuova pagina e a ogni nuovo capitolo, scopriamo pian piano piccoli dettagli delle loro vite e delle loro personalità.

La loro evoluzione segue un percorso inverso rispetto ad altri libri. I protagonisti inizialmente sono lucidi e ragionevoli, ma piĂš passa il tempo, piĂš perdono il senso della ragione e sprofondano in un oblio buio tanto quanto la caverna in cui si trovano. La poca luce che riescono ad avere grazie al fuoco generato dalle bombole di gas diventa il loro unico faro di speranza e piĂš le bombolette si consumano piĂš loro diventano paranoici e scostanti.

Questo si riflette anche sulle relazioni ambigue che si instaurano tra loro. A volte sono estremamente amichevoli l’uno con l’altro e condividono momenti emozionanti. Altre volte invece sono diffidenti ed arrabbiati, arrivando ad essere violenti e rissosi.

Una scrittura che serve perfettamente il suo scopo

Come dicevo poco sopra, la storia ci viene narrata dal punto di vista di Jonathan. Questo ci permette non solo di godere di un’interessante finestra sulla mente di un uomo intrappolato, confuso e con quasi nessuna speranza di poter sopravvivere, ma anche di diverse considerazioni dovute dal suo backgroud alpinistico.

Tutto questo senza sacrificare la scorrevolezza e la facilitĂ  della lettura. In piĂš punti i discorsi di Jonathan diventano confusi e incoerenti, ma restano comprensibili per il lettore. Ritengo che non sia facile ottenere un risultato simile, in cui trasmettere lo stato disorientato dei pensieri di un personaggio senza disorientare anche chi legge.

Un finale ambiguo e aperto

Ciò che mi fa apprezzare molto il genere thriller è la scoperta della soluzione a una situazione che all’apparenza sembra irrisolvibile. Poter rimanere incollata alle pagine con il fiato sospeso, con curiositĂ , sfidando me stessa a capire dove la storia andrĂ  a parare prima che me lo rivelino le pagine.

È quello che mi ha spinta a continuare a leggere anche per quanto riguarda questo libro. I protagonisti si salveranno? Chi è che li ha intrappolati? PerchÊ?

Quindi, immaginate la mia delusione quando arrivata alla conclusione l’autore ha deciso di scrivere un finale aperto alle interpretazioni. È un tipo di finale che apprezzo poco in generale, per gusti personali, ma in un thriller ha smorzato completamente tutto il mio entusiasmo. Immagino che ci siano tante persone che apprezzano di poter dare una propria chiave di lettura invece di averne una imposta dall’altro, ma per me chiudere il libro con gli stessi interrogativi di quando l’ho aperto ha fatto sĂŹ che questo libro che stavo apprezzando moltissimo diventasse una lettura quasi deludente.

Questo thriller in conclusione

Era da tempo che volevo leggere un libro di questo autore, spinta anche dai molti pareri positivi che circolano online e sono felice di averne finalmente avuto l’occasione. Vertigine si rivela essere un thriller psicologico in grado di mantenere alta l’attenzione e la curiositĂ  fino all’ultima pagine (letteralmente), con una scrittura chiara e puntuale.

4.2 out of 5.0 stars

Lisa!

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